giovedì 27 novembre 2014

L'amore fa 40!

Com'è che si dice?

Come si dice cosa?

Quando giochi con i sassolini e ti viene paura all'improvviso e vinci.

Ok, sei fuori come una lettiera sul balcone!

Dai, dai... hai capito, no? Il giochino dove tutti danno i numeri!

Ascolta Ratto...

Mia... io mi chiamo Mia!

Ascoltami, oh Mia Ratto, io mi rendo conto che sei arrivata tardi, ma in questa casa siamo tutti belli, fighi e intelligenti! E tu in quanto a bellezza puoi pure passare... in quanto a fighezza, mah... direi che c'hai ancora da crescere... ma in quanto a intelligenza sei indietro!

 Sorellina ascolta me, che sono avanti. Sai dirmi qual è quel gioco in cui con tutte quelle palline chiamano numeri...

...

...urlano nomi, cose, fatti... 

...

...e all'improvviso qualcuno urla "STROMBOLA" o qualcosa del genere... suvvia, so che lo sai!

Sì senti, ora facciamo una bella cosa, tu rimani qui e provi a ricordare questa "cosa" ed io nel frattempo mi dedicherò a qualcosa di utile. Se mi vuoi sono nella casetta-morbidosa-rosa a "riflettere"!

Non puoi andaretene così... dormigliona di una scansafatiche! Sai che oggi è Il Giorno ed è compito nostro renderlo speciale!

Scherzi o fai sul serio? Insomma, fai finta di essere ciucca o lo sei davvero? Perché io proprio non ho capito di cosa stai parlando... ricordati le tre regole fondamentali. Siamo gatti: dormiamo, mangiamo e qualche volta dopo mangiato dormiamo! Non salviamo il mondo, non "organizziamo cose", non abbiamo compiti, non rendiamo speciali cose, eventi, fatti, momenti. Siamo gatti e tutt'al più ci dormiamo su! 

Vorrà dire che farò da sola... canterò e dirò a papino che è unico e speciale e che... e che... sì, sì ecco, che l'amore fa 40!

...casetta-morbidosa-rosa...

Tutto torna. Papino fa 40 e lui è il mio amore e quindi l'amore fa 40! Hai capito? Geniale!!!

...riflettere... mi trovi lì! 

Cos'hanno da miagolare quelle due a quest'ora?

Ch...? Cos...? Chi è? Che ora è?

Eh, non lo so, sarà quasi mezzanotte... torna a dormire...

Mezzanotte? Amore mio buon compleanno!!!

Sì ok, ma ora dormiamo, eh?

venerdì 21 novembre 2014

Pannocchia di culite e grano vomitoso

Pannicuche?

Qualcosa che ha a che fare con le pannocchie!

Sei sicura?

Sì, sì... no... aspetta poteva aver a che fare con il grano... sì, sono sicura che c'era anche il grano?

Il grano? Ma cosa c'entra il grano con la dottoressaB?!?

Eh, non lo so... loro comunque, sono certa, hanno parlato di panocchie e grano!

Ratto, tu navighi in acque non tue!

Navigare in acqua? Lo sai, vero, che siamo gatti e che non navighiamo?

Ma era un modo di dire, stupido di un Ratto! Per spiegare che tu non sai di che parli!

Ti giuro che si è parlato di pann... no... no... ora che ricordo si è anche parlato di... beh, sì... come lo dico?

Dillo e basta, di che hai paura?

No... è che... come dire... si è parlato di "lato B"!

Che? DottoressaB, vorrai dire!

No, no proprio il lato B... quello che si conosce come "lato B".... quello di dietro!

Voleva mica farti punture sul culetto?

Ecco, culetto! No... non culetto, ma culite!

Cosa vai dicendo? Non esiste la culite! Ti pare?

Io sono certa. Siamo entrati, mi ha guardato, ha detto che sono bella e che sono stata brava, poi mi ha tirato via le pinze...

...le pinze?

Sì, quelle cose che ho sulla schiena!

I punti!

Dettagli! Comunque me li ha tolti e poi ha dato un foglio a papino che l'ha letto e ha detto che ho avuto la pannocchia di culite e il grano vomitoso!

Ma che diagnosi è questa?  

Io sono più che certa di aver avuto il grano vomitoso, anche perché mi è capitato di assaggiare qualcosa di quel genere e sentirmi vagamente nauseata! Vedi? Tutto torna!

Beh, fammi capire, sei ancora malata? Perché io proprio non ce la faccio più a sopportarti... quindi vedi di stare alla larga!

Insomma, cosa ha avuto Mia?

Dall'istologico è venuta fuori la Panniculite Granulomatosa. Pare potesse essere stata causata anche dalla puntura di un insetto.

Tipo quello che stanno adocchiando entrambe proprio ora?

venerdì 14 novembre 2014

Io sono malata!

Miumiulù no! Miumiulù... ho detto NO!

Brutto ratt ... suhodjwl è_é

E non lamentarti, sai? Non si fa! No, no... rubare la pappa a Mia no!

Io sono malaaaaaaaata!

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E guai se provi a rincorrerla o addirittura morderla!

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Non voglio vederti attaccare Mia per nessuna ragione! NO! Non guardarmi così! Mia è malata!

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Io sono malaaaaaaaaaaaaata! Olé! Olé!!!

Arriverà, Ratto malefico, il momento in cui la smetterai di ridere con quella faccia da toporatto!

Io non sono un ratto... ma una gatta bellissima e dolcissima e soprattuttissimo...

Non esiste "soprattuttissimo"! 

...malaaaaaaaaaataaaaaaaaaaa!

Mi sembri quella mammina lì che mi sgrida per due crocche rubate! Tzè! Io sono più magra di te, sai? Ho bisogno di mangiare... io devo nutrirmi! Io!

Ma io di più... peeeeeeerchééééé sooonoooo malaaaaaaaaata! YEAH!

Vieni qui se hai il coraggio, cicciona... te la faccio io una bella cicatrice a forma di zampetta gatta su quel panciotto paperotto che ti ritrovi!

Uuuuuhhh che paura! 

Ora basta azzuffarvi! Oh, gatte! Subito! Tutt'e due buone!
HO DETTO BUONE!

Che cosa sta succedendo?

Ma che ne so... si azzuffano! Non ce la faccio più a dividerle! Eppure quella dovrebbe essere abbacchiata, triste... sciupatella... mogia! E invece no!

Ma chi, Mia?  

Eh, tua figlia! E chi se no! Guardala lì... fa finta di svenire! 

Vai mammina, diglielo! Quel Ratto malefico...

Ti pare? Fa finta? Cosa cavolo dici?

Vai papino, diglielo che sono malaaaaaaaaaaata!

Sì, ti dico... fa finta! Ma appena dico pappa...

 ...che?

Pappa?

 Appena dico pappa...

 ...cheee???

CHI HA DETTO PAPPA???

 Eh, non farmelo dire ad alta voce!

Vabbè, quindi?

Appena dico... ... ... hai capito, no? Insomma, subito da "vittima della situazione" corre qui come un'affamata! Manco non le dessimo da mangiare da due mesi!

PAAAAAAAAAPPAAAAA AAAA MEEEEEE!!!

Esagerata! E' debilitata, ha ragione ad avere fame!

Vai papino, diglielo! Ho fame perché sono malaaaaaaata!

E' debilitata? Ma ch'ha fatto, na maratona? E' passata una settimana dall'intervento... e mi sembra più che tornata in forma!

Ratto vai a letto senza cena!

Tzè... senzabranchie

Chi ha parlato?
Chi ha parlato?
Chi ha parlato?
Chi ha parlato? 

lunedì 10 novembre 2014

Catastrofica catastrofe

Certo, ultimamente ci stanno facendo a pezzi!

Chi ci sta facendo a pezzi?

Loro!

Loro, chi?

Loro... gli occhi!

Occhi? Gli occhi di chi? Ma che farnetichi?

Beh, che credi? L'allergia non è mica venuta così! Zac... allergia!

Ma no, certo che no... l'allergologo ci ha spiegato che si è accumulato negli anni l'anti... ma che sto a spiegarti... già so dove vuoi arrivare... vai... dì la scemen... ehm... la "cosa" che stavi spiegando!

Sì, sì... sfotti! Tanto sai che ho ragione! Prima l'allergia e poi questo!

Beh, ma abbiamo risolto, no? Abbiamo fatto la cosa giusta!

Di che parli, ora?

Della massa che abbiamo scoperto sulla schiena di Mia!

Ma no, io credevo ti riferissi al fatto che abbiamo fatto bene a tenerle con noi semprepersempre!

Non avrei mai allontanato le mie bimbe! Ma io parlavo della pallina... abbiamo fatto bene a togliergliela, no?

Sì... ma questo rende ancor più probabile la mia teoria.

Che teoria?

Degli occhi!

Aaaah, smettila con queste deliranti stupidità!
E poi è finito tutto per il meglio! Io sto benone da quando curo i sintomi dell'allergia e Mia ora non ha più palline di 2 centimetri di provenienza sconosciuta sotto pelle!

Perché tu vuoi dirmi in sincerità che la catastrofica catastrofe - ché non c'è due senza tre - che si è abbattuta su di noi oggi ti sembra una cosa buona???

A parte che "catastrofica catastrofe" non si può dire... e poi quale sarebbe questa ennesima tragedia di cui parli?

Cioè dico... ma la vedi Miu?


Beh? Che ha che non va?

Ma come, non vedi? Sembra una "boss"!

Una che?

Sì... una tipo "non superare questa linea o ti ammazzo"!


Mammina non sto scherzando! Non superare questa linea o ti ammazzo!


Mia sorella si è operata!


Ed io devo proteggerla!

venerdì 7 novembre 2014

Cafè Littéraire in Baita

C'era una volta una ragazza con gli occhi blu che un giorno, girovagando tra le strade della rete, s'addentra in un bosco di www, saltellando tra html appena nati e fiorellini virtuali. In quella foresta incantata, annusando un profumino buono, segue la curva scoscesa che prende il sentiero e svolta l'angolo creato dalla collinetta. Laggiù a valle, circondata da violette e ciclamini, su un piedistallo a forma di torta color pastello c'è la Baita dei Dolci. La più bella che avesse mai visto.
La ragazza, affascinata dalle tonalità leggere dei colori, ma ancor di più dagli inebrianti profumi, decide di bussare e cercarne il proprietario. Così, tra un saltello e un altro, giunge alla porticina e chiama ad alta voce.
Dall'interno provengono risa e divertimento, così le sembra di avere già troppo disturbato, quando all'improvviso con una vocina candida, un piccolo principino educato e con il nasino sporco di farina, le apre la porta e chiama la sua mamma. La Regina della Baita arriva con i suoi lunghi capelli scuri, accogliendo la giovane con mani e braccia allargate: un segno generoso. La povera inesperta s'accorge che in quel mondo incantato si preparano sogni, s'impastano creatività e fantasia e s'infornano certezze. I due padroncini di casa, così dolci e affaccendati, le offrono una fetta di torta, poi la crostata, un biscottino croccante su cui spalmare una cremina cremosa color ambra. Ad ogni assaggio una scoperta, ad ogni morso un tripudio.
Ora sa cosa fare. Ha capito cosa nella vita vuole diventare. E così, annotando mentalmente la miriade di nuovi ingredienti scoperti e salutando la bella regina e i suoi due principini, si avvia percorrendo una nuova strada saporita. Ogni tanto si volterà indietro, già lo sa, qualche volta ritornerà per sentirsi di nuovo coccolata, è una certezza.
Passano i giorni e la ragazza dagli occhi blu decide ch'è arrivato il momento di esaudire il proprio sogno: riuscire ad infondere la medesima serenità attraveso i suoi scritti. Così come la Regina della Baita era capace di ammaliare con frutta, uova e farina, anche lei aspirava ad affascinare attraverso descrizioni, storie e letteratura.

Apre gli occhi e il suo Cafè Littéraire è lì palpabile, luminoso e vivo!

Il mio desiderio, grazie alla partecipazione delle blogger speciali che mi hanno accompagnato finora, è realtà.
Come avrete già immaginato, la dolcissima ospite che sta ora entrando dalla porta con un vassoio colmo di banane caramellate è Vanessa de La Baita dei Dolci! Ho avuto il piacere di conoscere questa donna fantastica quando ancora non sapevo cosa fossero le fave di cacao. Successivamente grazie ad un caso fortuito, ho potuto conoscerne la consistenza e il profumo intenso.
E' stato però quando ho capito di poter unire arte letteraria e arte culinaria che ho pienamente inteso una ricetta che lei aveva pubblicato unendo alla pasta fatta in casa le odorosissime fave!
Questo angolino è nato proprio in questo modo!
E se avete prestato attenzione alla storia che vi ho raccontato ad inizio post, avrete anche inteso che Vanessa è stata Musa due volte!
Il mio grazie glielo scrivo abbinandola ad un libro che ho amato tanto, ma che ho scoperto da relativamente poco. Alla Regina della Baita dedico un frammento tratto da La regina dei castelli di carta di Stieg Larsson, il terzo libro della trilogia Millennium.
Buona lettura... e suvvia, non siate timidi, assaggiate anche voi!

Lisbeth Salander stava studiando la presa d'aria nella sua stanza d'ospedale chiusa a chiave quando sentì la chiave girare nella serratura e vide entrare il dottor Anders Jonasson. Erano le dieci passate della sera di martedì. Il dottore interruppe l'elaborazione del suo piano di fuga dal Sahlgrenska.
Aveva misurato la presa d'aria e verificato che la sua testa poteva entrarci, e che non avrebbe avuto grossi problemi a farci passare anche il resto del corpo. Era al terzo piano, ma una combinazione di lenzuola tagliate a strisce e un cavo di tre metri recuperato da una lampada a terra avrebbe risolto il problema.
Aveva pianificato la fuga passo per passo. Il problema erano i vestiti. Aveva solo le mutande e la camicia da notte dell'ospedale e un paio di sandali di plastica che si era fatta prestare da un'inserviente. Ma aveva duecento corone in contanti che Annika Giannini le aveva dato perché potesse farsi portare le caramelle dal chiosco dell'ospedale. Sarebbero bastate per comperare un paio di jeans e una maglietta in qualche negozio di indumenti usati, purché fosse riuscita a localizzarne uno a Göteborg. [...] Poi tutto si sarebbe risolto. Aveva in programma di atterrare a Gibilterra qualche giorno dopo la fuga, e di costruirsi una nuova identità in qualche angolo del mondo.

Da La regina dei castelli di carta, pag. 371, di Stieg Larsson